Granze non è sola. Perché l’ampliamento del magazzino Alì riguarda tutta Padova . Una lettera alla politica cittadina.
La catena di supermercati Alì vuole ampliare il proprio magazzino di via Svezia, portandolo dagli attuali 29.000 ai previsti oltre 100.000 metri quadrati di superficie. Preoccupazione e critiche puntuali sono già state espresse dal comitato dei cittadini di Granze, che ha anche presentato le proprie osservazioni al progetto, e inoltre da Legambiente, Unione Popolare, Verdi, ADL Cobas e Tutta Nostra la Città. Ad eccezione di queste prese di posizione e dello spazio che è stato dato loro sui quotidiani locali, però, del tema in città non si parla. In particolare, tacciono la giunta e l’intero Consiglio Comunale.
Viene il dubbio che si preferisca passare la questione sotto silenzio poiché la decisione è nei fatti già stata presa (Giordani avallerà il progetto di Alì) e, d’altra parte, che faccia comodo relegare il problema alla sola Granze, affinché la cittadinanza non sia in condizione di avere voce in capitolo sull’ennesima “cementificazione green” imposta dall’alto. Eppure, sono almeno tre le ragioni per cui l’ampliamento di Alì a Granze riguarda l’intera città di Padova.
In primis, un eventuale accoglimento del progetto di Alì da parte dell’amministrazione comunale rappresenterebbe in modo paradigmatico le priorità e le scelte di campo della “nuova” giunta Giordani: favorire lo sviluppo della Grande Distribuzione Organizzata a spese della sostenibilità ecologica, dell’agricoltura urbana e del possibile sviluppo di filiere corte del cibo. Anziché sperimentare e sostenere strategie innovative per fare fronte alle inevitabili crisi alimentari provocate dalla catastrofe climatica e dalle turbolenze geopolitiche, si andrebbe a favorire un settore i cui destini sono legati alla speculazione finanziaria, che si regge sui bassi prezzi imposti ai produttori oltreché sullo sfruttamento di lavoratrici e lavoratori tanto nei punti vendita quanto nei magazzini come quello che si vorrebbe ampliare, e che lascia un’impronta ecologica devastante in termini di cementificazione, traffico e produzione di rifiuti.
In secondo luogo, la colata di cemento firmata Alì contraddirebbe platealmente l’autorappresentazione dell’amministrazione Giordani, smentendo la retorica del “più verde e meno cemento” nei suoi due presunti capisaldi: il nuovo Piano degli Interventi e il cosiddetto Piano del Verde. L’ampliamento del magazzino Alì cancellerebbe, infatti, l’ipotesi di sperimentare una strategia di “agroforestazione urbana” prevista per quella stessa area dal Piano del Verde, che immaginava il territorio di Granze inserito nel sistema dei “parchi agropaesaggistici metropolitani” (vedi sez. 08 “Strategie”, pp. 452-457). Il nuovo Piano degli Interventi, invece, che avrebbe dovuto rappresentare una sorta di rivoluzione copernicana nella concezione dello sviluppo urbanistico cittadino, non è ancora stato approvato in via definitiva: anziché attendere (o accelerare) la conclusione di tale iter e utilizzare il nuovo PI come strumento per fermare il consumo di suolo, si preferisce discutere e approvare – in assenza di piano regolatore – progetti di privati che ne contraddicono totalmente l’indirizzo.
Infine, l’operazione costituirebbe a tutti gli effetti un ampliamento della zona industriale, dimostrando ancora una volta quali sono gli effetti della rinuncia ad una forma di governo pubblico dell’area produttiva più vasta del NordEst. A due anni dalla liquidazione dell’ente ZIP, che aveva da tempo interrotto la sua espansione rinunciando a nuove lottizzazioni, il progetto di Alì potrebbe aprire la strada ad operazioni analoghe proprio mentre si moltiplicano i capannoni vuoti. Se poi allarghiamo lo sguardo e consideriamo l’intero quadrante est della città, con il nuovo polo ospedaliero in arrivo, le ulteriori costruzioni che questo porterà con sé (come i progetti del gruppo Tonazzo accanto alla Kioene Arena) e le infrastrutture che dovranno essere adeguate, riusciamo a farci un’idea dell’inferno di traffico e cemento che nel giro di pochi anni potrebbe diventare questa zona di Padova. Non sarebbe il caso di elaborare, discutendola pubblicamente, una strategia per il governo e lo sviluppo ecologicamente e socialmente sostenibile di Padova Est, anziché lasciare campo libero agli appetiti dei privati?
Intorno alla decisione che la politica cittadina è chiamata a prendere rispetto al progettato ampliamento del magazzino di Alì si giocano i destini non soltanto di Granze, ma dell’intera Padova. Con questa consapevolezza, credo, le consigliere e i consiglieri comunali – oltre che tutti i componenti della Giunta – farebbero bene a non nascondersi dietro un dito e a dimostrare all’intera cittadinanza che hanno il coraggio di discutere apertamente questa scelta.
Padova, 20 settembre 2022
Luca Lendaro
Portavoce di “Tutta Nostra la Città”
Candidato di Unione Popolare