La Città di Semi e Frutti
Vogliamo ripensare la città di Padova a partire dai suoi campi, dai suoi alberi, dai suoi spazi verdi, perché la qualità del cibo e della vita migliorino rapidamente.

Viviamo in un ecosistema che è stato profondamente modificato: Padova ha il triste primato di essere una delle 5 città in Italia ad avere il più alto livello di saturazione urbana insieme a Milano, Torino, Napoli e Monza. E negli ultimi 5 anni la situazione è peggiorata sensibilmente (dati Legambiente e Ispra). La continua cementificazione del suolo aumenta il rischio idrogeologico, come sanno bene le cittadine e i cittadini di vari quartieri che vedono garage e cantine, ma anche abitazioni e negozi, inondarsi ad ogni acquazzone intenso.
Speculazione edilizia, rendita immobiliare e centri commerciali: sono questi i principali responsabili del consumo di suolo in città. In particolare, i gruppi della grande distribuzione organizzata sono il perno di un sistema malsano che lega lo sfruttamento delle risorse e del lavoro a una concezione delle relazioni sociali basata sul consumismo. Pensiamo al cibo che mangiamo: prodotto, confezionato e distribuito secondo logiche puramente commerciali che danneggiano l’ambiente, i consumatori e i lavoratori, spesso sottopagati e costretti a lavorare le domeniche e i giorni festivi.
Eppure all’interno dei confini cittadini abbiamo 29 km2 di verde agricolo, ovvero quasi un terzo della superficie dell’intero territorio comunale è destinato all’agricoltura: quale rapporto vogliamo costruire tra queste due dimensioni apparentemente così lontane?
- Attivare una strategia per un effettivo “consumo di suolo zero”:
- acquisizione e recupero di aree verdi urbane;
- difesa di tutte le aree non edificate;
- vincoli alla perequazione (per realizzare la città pubblica);
- contrasto alle deroghe del “Piano casa” regionale;
- istituzione di un Centro per la progettazione urbana e rurale partecipata per una gestione trasparente e democratica dello sviluppo urbanistico.
- Rendere concretamente attivo il coordinamento del Comune con gli altri Enti che hanno competenze territoriali, come i Consorzi di Bonifica, il Genio Civile e la Provincia.
- Rilanciare l’estensione del “Parco Agro-Paesaggistico” rispetto al solo “Parco del Basso Isonzo”, agendo sull’agricoltura padovana (meglio se della “Grande Padova”) e mirando ad una graduale riconversione sul piano della sostenibilità (Dossier Parco Agro-Paesaggistico)
- Definizione di una strategia complessiva sul cibo, sull’agricoltura e sulle aree rurali che comprenda la definizione di un Distretto di Economia Solidale e che aiuti a ripensare l’orizzonte socio-economico-ambientale dell’agricoltura urbana, e in particolare del settore legato alla zootecnia.
- Promozione del biologico e dell’agroecologia, che preveda:
- misure a vantaggio delle filiere corte, anche qualificando i prodotti “fatti a Padova”;
- iniziative per favorire i rapporti tra consumatori/trici e produttori/trici, coinvolgendo attivamente aziende agricole e agriturismi, e promuovendo l’accoglienza diffusa, il B&B agricolo, l’agriturismo consapevole, le piccole trasformazioni e le fattorie didattiche;
- progetti ad hoc per scuole e università indirizzando le politiche educative e la gestione delle scuole comunali verso i principi della sostenibilità alimentare, su tutti stagionalità alimentare e consumi responsabili e “a chilometro 0”;
- monitoraggio ed incremento della fertilità dei suoli in collaborazione con la Rete Humus.
- Diffusione dei mercati di quartiere con produttori locali e maggiore sostegno alla lotta agli sprechi e alle iniziative di recupero istituendo centri di quartiere per facilitare il riuso e gli scambi fra cittadini e cittadine.
- Incremento del numero di orti sociali e miglioramento delle procedure per la loro assegnazione (più rapide e trasparenti).
- “Domeniche liberate”: limitazioni alle aperture festive della grande distribuzione organizzata al massimo numero di giorni consentito dalla legge e organizzazione in tali occasioni di feste di quartiere e dell’agroecologia.
PRIMO ATTO:
- Costituzione di un “Consiglio del Cibo” per disegnare e attuare la politica del cibo comunale di concerto con il Comitato scientifico per il piano dell’Agricoltura urbana.
PRIME DELIBERE:
- Politica del Cibo comunale sostenibile e di promozione dell’agroecologia, a favore delle filiere corte e per la cura della fertilità del suolo (riferimenti: Milan Urban Food Pact, Politica del Cibo comunale di Roma).
- Inserimento in bilancio del costo determinato dal consumo di suolo: 100mila euro per ciascun ettaro di suolo impermeabilizzato – ovvero una media di 10 euro per ogni metro quadrato – da inserire come costo fisso annuale nei bilanci ambientali e sociali delle imprese, a partire dall’annualità in cui il nuovo consumo di suolo è stato accertato. Un modo per far conoscere a tutti il costo economico-finanziario, oltreché ambientale, del consumo di suolo. (Proposta del Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio”).