La Città Viva e Democratica
Vogliamo più democrazia, con processi di partecipazione attiva e autodeterminazione nelle scelte strategiche per il futuro.
Le istituzioni di prossimità hanno subito uno svuotamento di potere decisionale da parte di quelle forze e partiti che hanno governato a livello nazionale e che hanno un potere a livello locale. Queste istituzioni quindi solamente gestiscono, mentre dovrebbero governare processi economici, sociali e istituzionali che vengono decisi altrove e su cui la cittadinanza non ha controllo né conoscenza. La partecipazione resta mera retorica anche a Padova.
Una partecipazione vera è impedita da burocratizzazione e da logiche top-down. Così è per il Regolamento Beni Comuni, per il percorso “partecipato” sull’ex caserma Prandina o per la discussione sul Piano degli Interventi e sul destino della Cattedrale Davanzo e dell’Ex Marchesi. Crediamo necessario ribaltare la direzione, è ora di lasciare spazio a processi bottom-up, di costruzione popolare. Per questo bisogna superare gli strumenti partecipativi di mera facciata e a basso empowerment come “Agenda 21”, in favore di meccanismi deliberanti e non meramente consultivi, in cui i facilitatori provengano dal tessuto sociale cittadino e non siano calati dall’alto.
- Profonda riforma del sistema delle consulte di quartiere:
- dotarle delle informazioni necessarie al concreto utilizzo dei rioni;
- ripensare il loro ruolo all’interno dei processi di pianificazione di medio-lungo periodo;
- programmare una coerente attribuzione di fondi ai quartieri;
- creare un raccordo tra tale sistema e il Centro per la progettazione urbana e rurale partecipata per la gestione trasparente e democratica dello sviluppo urbanistico.
- Pubblicazione del bilancio semplificato e introduzione del bilancio partecipativo a livello cittadino e scolastico, destinando una percentuale minima (es. minimo 2%) del bilancio comunale e di ciascun istituto scolastico ad un processo deliberativo di democrazia diretta cui partecipano cittadine/i, studenti e studentesse.
- Democrazia tecnologica: promozione delle soluzioni open-source e dei processi di trasparenza e di accesso nella gestione delle informazioni e della digitalizzazione.
- Un “centro culturale polifunzionale” in ogni quartiere di Padova gestito secondo i princìpi dell’uso civico e collettivo e attrezzato con:
- sale per riunioni di ogni genere;
- biblioteca ed emeroteca;
- repair cafè per la condivisione del “saper fare” e degli strumenti per l’autoproduzione e le riparazioni;
- orientamento ai servizi pubblici presenti nel quartiere;
- spazi al chiuso e all’aperto dedicati a teatro, musica e arte.
- Riconoscimento di tutte le esperienze di bene comune ad uso civico e collettivo quali il Parco Prandina e l’area dell’Ex Macello di via Cornaro. Attuazione del “Regolamento dei Beni Comuni” promuovendo le istanze di autogestione in relazione sia ai Patti che all’Uso civico, definendo procedure chiare a livello amministrativo.
PRIMO ATTO:
- Redazione e pubblicazione del “bilancio semplificato” del Comune di Padova, affinché tutti i cittadini e tutte le cittadine sappiano come l’amministrazione impiega le risorse.
PRIME DELIBERE:
- Semplificazione delle procedure (riduzione di tempi e burocrazia) per l’utilizzo di tutti gli spazi comunali, a partire dal Centro culturale Altinate.
- Riconoscimento delle aree dell’Ex Macello Cornaro e del parco Prandina quali beni comuni ad uso civico e collettivo.